Durata Viaggio

Ho fatto il giro del mondo in 157 giorni e 4 ore

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venerdì 17 settembre 2010

Quebecoise




Dopo quasi tre mesi che sono in continuo viaggio da una città ad un altra mai fermandomi più di un paio di giorni eccomi che arrivo nel punto più a nord che raggiungerò nel mio viaggio: Quebec o Quebec City scegliete se chiamarla al modo dei francofoni o degli anglofoni. Avevo intenzione di raggiungere un parco leggermente più sopra, ma quel leggermente si traduce in nove ore di pullman, quindi mi fermo, mi sembra di bestemmiare: ho già visto la città questo pomeriggio mi chiedo cosa posso fare domani tutto il giorno... e dopodomani? Ho comunque bisogno di recuperare dai 3 giorni di pullman, negli ultimi giorni ero sempre stanco e facevo fatica a svegliarmi, devo ricaricare le batterie che fra una settimana raggiungerò la parte più difficile, ma penso anche più bella del mio viaggio: il sud america. Anche perchè stasera ho cenato con una brasiliana che mi ha rincoglionito con tutti i bei posti dove andare nel suo continente, sembrava lavorasse per qualche agenzia di viaggi.
Comunque abbandoniamo le mie riflessioni e vediamo cosa ho fatto gli ultimi giorni.
Verso la fine della mia terza notte di pullman arrivo finalmente al confine con il Canada, il pullman si ferma e ancora assonnati ci fanno scendere e prendere i nostri bagagli, entriamo in un edificio dove un poliziotto canadese, noncurante dei miei postumi da "poco e scomodo sonno" , parte quella filastrocca di domande che comincio a conoscere:

-Da dove vieni?
 Italia
 -Perche vieni qui? 
Viaggio
 - Porti del cibo?
 Si caffè pasta e un paio di mele
-Stai importando droghe o sei venuto qui per compiere un atto terroristico?
Si sono il figlio della sorella di Escobar e Bin Laden sono venuto qui per distruggere il Canada... 


Sull'utilità dell'ultima domanda nutro seri dubbi.
Passati questi 5\10 minuti a farti domanda il tutto si conclude con un Wellcome to Canada e un'altro timbro sul passaporto

Cn Tower

Arrivo a Toronto alle nove di mattina mentre la città si sveglia, aria fresca città moderna e pulita anche qui gli homeless non mancano, ti aprono anche le porte dei centri commerciali o dei negozi. E' comunque una versione leggermente migliorata di una città statunitense. Parto subito alla ricerca del mio ostello, lungo la strada faccio colazione con una specialità canadese: la coda di castoro, non schifatevi è un dolce con sopra sciroppo d'acero. L'ostello fa il check-in alle 4, tecnica tremenda per costringerti a pagare il deposito del bagaglio, ma funziona sempre far leva sull'umanità di chi sta alla reception e convincerlo di quanto sia ingiusto un check-out alle 10 di mattina e un check-in alle 4 per rimediare il deposito gratuito. Aspettando le quattro comincio a vagare senza meta per la città arrivo fin sotto alla CN Tower e vedo la gente che entra allo stadio, speravo fosse una partita di Hockey ma erano i Toronto contro i Tampa di baseball prendo un biglietto da 7 euro e mi godo le successive tre ore di gioco. Nonostante l'orgoglio dei canadesi e quanto non piaccia loro essere comparati ai cugini americani questa città sembra faccia di tutto per essere americana sia nell'aspetto che anche nello sport: tutte le squadre giocano nella lega americana!!!





Il giorno dopo alle 8 di mattina vado a prendere il pullman che mi porta fino alle ericascate del Niagara. Prima quelle americane e poi mi dirigo con la barca verso le più famose canadesi a ferro di cavallo (horseshoe).
Niagara Falls
Il pullman ci scarica poi a Prince of Galles una città rimasta indietro di cinquant'anni che ancora non è stata Mcdonaldizzata e nelle sue bakery si possono trovare ottime pie di manzo o pollo. Qui conosco anche una scozzese di Glasgow che è stata praticamente ovunque, qualunque paese le nominassi lei partiva con una storia di quando era stata li.






Terzo giorno in Canada, ovviamente dopo due notti passate a Toronto non posso che cambiare location e la mattina prendo il primo bus per Ottawa, capitale del paese, scelta per trovare un compromesso tra i Quebecoise e gli anglofoni è divisa da un fiume  che d'inverno gela e ci si può pattinare: a Sud è Ontario a Nord è Quebec. Un posto pieno di edifici storici che ricorda un po l'Europa. Per le sue strade posso gustare anche una seconda specialità canadese: la poutine, patatine fritte ricoperte da formaggio fuso e un denso strato di suco con pezzi di carne, in certi posti ci aggiungono anche il foie grais. L'ostello è in una ex prigione nel centro non ci sono camerate ma stanzine con un solo letto a castello e sbarre al posto della porta.

Canali di Ottawa


Quarto giorno
Mi sveglio stanco morto, mi carico lo zaino che sembra essere sempre più pesante non so per quale motivo e cammino fino alla stazione del pullman per arrivare poi a Montreal.
Entro finalmente nella parte francese del canada e il clima è completamente differente, Montreal sembra una qualunque città europea, o meglio, francese. Appena sceso dal pullman un tipo mi strappa letteralmente la guida di mano e mi da indicazioni per dove andare e cosa fare in città. Montreal comincia male, il primo ostello a cui mi dirigo è chiuso, trovato uno aperto comincio a girare la città che non ha nulla di interessante a mio avviso, inoltre mancano spazi aperti a meno che non si vada in riva al fiume.


Museo della Natura Montreal


Il quinto giorno fuggo da Montreal e arrivo dopo qualche ora di pullman a Quebec, appena sceso alla stazione vedo un tedesco che avevo incontrato a Montreal, con scaltrezza lo evito, non voglio finire in una camera con lui nell'ostello. Comincia la faticosa camminata, il centro della città si trova in cima alla collina, ma finalmente mi trovo in una bella città con un pò di storia. Ok ora ho visto già la città due volte la prima da solo e la seconda con Patricia e Mirjam ora devo trovarmi qualcosa da fare per non impazzire in Quebec...

Quebec City


Quebec da una prospettiva migliore ovviamente non scattata da me





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