Durata Viaggio

Ho fatto il giro del mondo in 157 giorni e 4 ore

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venerdì 8 ottobre 2010

What happened on the road for Machu Picchu

Dalla cima del passo
La mattina di buon'ora vado a fare il check-out e mi dirigo all'indirizzo dove mi aspetta il minibus per cominciare il trekking. Nel gruppo sono tutti argentini tranne due inglesi. Alle 7.00 partiamo per la nostra prima tappa: un passo andino a 4.300 msl. Da li ci fiondiamo giù per la discesa in mountain bike per raggiungere il paesino di Santa Maria.

Ci vuole mezza giornata di discesa, ci viene offerto anche il pranzo:  pane azzimo con dentro una sottiletta.
Non ho voglia di star a descrivere i paesaggi, comunque spettacolari, che ho visto mentro scendevamo, la cosa che più mi ha impressionato in questi quattro giorni sono i luoghi dove vive questa gente. Completamente isolati lontani ore dalla nostra civiltà, chi non sta nei villaggi vive in un altro mondo: privo di elettricità in certi casi come unico sostentamento le sue galline la terra che coltiva e il baratto per quando necessita qualcosa che non può autoprodursi, rimediano anche qualche soles dai turisti che ci si vogliono fare una foto.
Il centro di santa maria
Arrivati a Santa Maria quello che mi si parava davanti era una città che in Italia verrebbe chiamata:"baraccopoli". L'asfalto non esiste più da molti kilometri prima, il tetto è sempre una lamiera ondulata e spesso anche le mura, i mattoni delle case fuori dai villaggi sono fatti da fango paglia e un terzo elemento che non conosco, essendo nel bel mezzo della giungla andina e di un fiume nella aria ci sono più insetti che atomi di azoto. Dalle 3 alle 6 in certi punti bisogna tenere una mano davanti a naso e bocca per evitare di inalare qualche moscerino. Che poi non sono comuni moscerini: hanno il corpo giallo e nonostante il repellente pungono e succhiano il sangue, a differenza delle nostre adesso adorabili zanzare dopo la puntura di questi (maledetti) non viene subito una bolla ma escono poche goccioline di sangue, il continuo grattarsi provvede a far infiammare la puntura, se si riesce a sopportare il prurito rimane soltanto un puntino rosso sulla pelle.
Volevo dire qualcos'altro su questi paesini nel mezzo delle ande ma la digressione sulle zanzare mi ha fatto dimenticare cosa.
Poche ore prima del collasso
L'ostello è molto spartano (anche se un sinonimo più enfatico può essere: peruviano) un solo bagno per una trentina di persone la finestra della mia camera è rotta, giornale e scotch sostituiscono egregiamente il vetro. Io sto in camera con i due inglesi, arrivati alle tre ci buttiamo sul letto e mentre chiedo cosa possiamo fare fino a cena la guida ci propone il rafting. Al fiume per il rafting ho avuto il mio primo incontro con la moltitudine di insetti che c'è qui, dopo un tuffo nel fiume mi sono ritrovato su un polpaccio una specie di lombrico. Alla sera siamo andati al ristorante per una menù ricorrente nei prossimi quattro giorni: zuppa e riso, inizialmente non è male dato che hanno una grande varietà di zuppe ma alla terza volta si sente il bisogno di qualcosa di consistente.

Il secondo giorno un'altra levataccia, alle cinque già in marcia, per strada si vedono solo i bambini del villaggio che vanno a prendere il colectivos che li porterà a scuola, il centro abitato più vicino che sia simile a qualcosa di civilizzato è a un paio d'ore da qui, la distanza non è eccessiva ma la mancanza di una vera e propria strada rende gli spostamenti molto più lenti e difficili.
Picuro
I primi 5km non sono difficili, fa fresco  camminiamo in piano lungo il fiume (massacrato dagli insetti), per darmi più energie come tutti mastico le foglie di coca, è una sensazione strana avere in tasca un sacchetto per il cui contenuto credo che verrei arrestato in Italia ma qui è perfettamente legale, anche attraversare le varie piantagioni di coca fa lo stesso effetto.
Dopo un'ora abbandoniamo il fiume e cominciamo a salire su per la montagna, ogni mezz'ora di cammino incontriamo donne peruviane con i loro abiti tipici e i cappelli da uomo, vendono acqua e più ci allontaniamo dal villaggio più sale il prezzo. Dopo un paio d'ore raggiungiamo una casa isolata sul crinale della montagna, ci sono delle amache per riposarci e una specie di zoo in miniatura per chiedere soldi a chi passa se vuole farsi foto con gli animali, il più interessante è un picuro che ruba le bottiglie di gatorade e ne beve il contenuto.

Verso mezzogiorno comincia il mio declino, siccome mi avevano detto che avrebbe fatto freddo non mi sono portato il berretto ma giacca felpa e cappello da peruviano, grave errore, fa un caldo inumano e quel cappello peggiora le cose, arrivo al ristorante per il pranzo con un mal di testa epico e neanche tocco la mia fantastica zuppa, in teoria altre tre ore di cammino ci separano dalle fonti termali e da li un'altra mezz'ora per il prossimo villaggio. Io non ce la posso fare e insieme ad una chilena a cui è toccata la mia stessa sorte mi faccio portare dal proprietario al villaggio, la strada dissestata non aiuta la mia cefalea.
Santa Teresa:  villaggio di mille abitanti circa si trova a 32km da quello di ieri, è un po più sviluppato del primo: la via principale non è asfaltata ma cementata e c'è anche una farmacia,questa mi è tornata molto utile non essendomi portato ne aspirina ne tachipirina e neanche il dissenter poichè avevo pensato che dovevo essere proprio sfigato per ammalarmi proprio in questi 4 giorni. Nella farmacia ci sono due donne che non danno l'impressione di sapere cosa ti vendono ma quando non hai scelta...
Non grattarsi
Dormo per tutto il pomeriggio e alla sera il mal di testa mi è completamente passato. Per cena di nuovo zuppa , a movimentare la serata ci pensa una scimmietta che si intrufola nel ristorante e comincia a correre per i tavoli prendendo il pane bevendo dai bicchieri e saltando nella zuppa di qualche malcapitato nell'ilarità degli astanti, la scimmia sparirà dentro un sacco tra le mani del proprietario del ristorante. Dopo ciò smetto di cenare e vado alla farmacia a chiedere qualcosa per prevenire la febbre dato che comincio a sentirmi male, arrivo in camera privo di energie, prima di stendermi devo ingaggiare una sanguinosa battaglia con gli scarafaggi che ho scoperto dimorare nella mia stessa stanza. Ne sopravviverà uno, che nonostante lo abbia calpestato due volte è riuscito a scappare in un buco del muro, ho passato la notte con la luce accesa nel terrore che tornasse a vendicare i suoi compagni. Ovviamente non è venuto lo scarafaggio ma la febbre si.

"Alla Stazione"
Il terzo giorno non ero assolutamente in grado di camminare, indi per cui mi hanno abbandonato al risotrante vicino la ferrovia che collega Santa Teresa ad Agua Calientes, unico segno di civiltà in queste lande sperdute.  Lo aspetto fino a sera dormendo su un'amaca del ristorante. Anche prendere il treno qui è un evento particolare: non c'è una stazione, solo un binario tra le montagne intorno al quale turisti e peruani con enormi sacchi come valigie aspettano. La montagna è troppo ripida per il treno che prima di lasciare la vallata deve procedere a marcia avanti e indietro quattro o cinque volte. L'arrivo ad Agua Calientes è molto folcloristico: i binari attraversano la via principale e si viene scaricati sul marciapiede di fronte ai ristoranti.

Il quarto giorno sono resuscitato, in tempo in tempo per machu picchu, all'alba mi metto in fila per prendere il biglietto e mi riesco a fare anche una bella camminata di 4 ore. Ma come si suol dire la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo: poco dopo essere entrato nel sito archeologico il motore che tira fuori l'obbiettivo della macchina fotografica smette di compiere il suo dovere...

And finally Machu Picchu
          

Fine di questo interminabile post...

Se volevate leggere qualcosa su Machu Picchu mi discpiace...

Ahora Bolivia

2 commenti:

  1. Ho letto con attenzione, cercando di immaginare posti e luoghi che le foto aiutano a rendere meno oscuri.
    Mi piacerebbe leggere anche dei stati d'animo che ti accompagnano in America Latina, che secondo me sarà la parte in assoluto più bella a sentita.
    Peraltro scrivi anche bene marchè, è una piacevole lettura..
    PS: quella barba incolta non sarà mica segno di un inizio di maturità??!!
    Tienimi aggiornato.

    F.

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  2. Si devo proprio dire che scrivi molto bene, ma da chi avrai preso? ma che ne pensi di fare il giornalista? pensaci

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