Durata Viaggio

Ho fatto il giro del mondo in 157 giorni e 4 ore

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domenica 31 ottobre 2010

In Patagonia hasta la fin del mundo

Via da San Pedro, destinazione La Serena.
Una notte in pullman e sbarco nella ridente cittadina di mare, o così mi aspettavo, il cielo è coperto di nuvoloni grigi, mi bastano pochi secondi di osservazione per decidere il da farsi.
Calle de Valparaiso
Rientro, faccio il giro delle compagnie e scelgo il bus per Valparaiso che parte più tardi in modo di poter visitare la città.
Altre otto ore di pullman.
Arrivo a Valpo che c'è ancora luce, trovo un ostello fantastico aperto da poco il cui proprietario entusiasta indica tutti i luoghi dove andare e dove non andare della città, alla fine la sera ho diviso una chorillana al ristorante con lui e i suoi amici, ottima cosa che mi ha permesso di passare una notte da chileno vivendo il paese più in una notte che in quanto avrei potuto fare in qualche giorno.
In questi giorni mi sono anche afflitto per decidere il mio seguente itinerario, ho cercato voli treni e bus, ragionato sui giorni e i luoghi da visitare, se andare li o meno. Alla fine decido di raggiungere Ushuaia, ultimo baluardo umano prima di dove la Natura con la sua impervietà ha scritto su una distesa liquida e solida di acqua "non plus ultra".
Sono 70 ore di bus: la mattina mi imbarco presto per Santiago e dopo due ore arrivo nella capitale cilena, ho tempo fino alle 22 per visitarla, dopo un bus in 8 ore mi fa attraversare il confine, altri due timbri sul passaporto gli auguri del poliziotto che ha notato che è il mio compleanno e nuovo paese, finalmente argentina.
Arrivo alla stazione dei bus di Mendosa alle 4 del mattino, pensando di poter prendere un bus verso l'ora di pranzo per Bariloche pazientemente aspetto su una panchina del terminal con la compagnia di un Argentino che strilla ad ogni bus che arriva: "Cambio pesos Argentinos Chileno, Cambio! Cambio!"
Sui tempi mi sbagliavo il primo bus per Bariloche parte alle 20 e arriva alle 13, amen, avrò più tempo per la città. L'aver dormito poche ore mi ha sfiancato e camminare per così tanto tempo non è facile, mi addormento su una panchina del parco.

Patagonia
Bariloche, sembra di stare sulle alpi, la città si affaccia su un lago circondato da vette innevate, il corso è pieno di negozi che producono e vendono cioccolata, alla fine non posso fare a meno di entrare in uno con una fontana di cioccolata e divorare ogni tipo di schifezza in vendita. Passate le cinque ore di attesa per il pullman mi imbarco nuovamente, 32 ore, partenza alle 20 del 26 arrivo previsto alle 3.45 del 28...

Ricordo che dopo poco meno di due mesi dalla mia partenza, quando stavo ancora in Nuova Zelanda, avevo calcolato il tempo speso su mezzi di trasporto quali bus e aerei, ed era circa una settimana, non oso immaginare ora quanto possa essere. Alla fine di questi sei mesi avrò passato due mesi dormendo e forse quasi altrettanti in autobus... Meglio non pensarci.

Sul bus siamo solo turisti, alla fine del viaggio ho tirato fuori la teoria che  gli Argentini anche se hanno parenti nel sud preferiscono lasciarli crepare la invece che ripetere il lungo viaggio.
Le 32 ore passano in fin dei conti in fretta, ormai sono abituato, la solita routine: film-dormi-guardi il panorama-dormi-leggi qualcosa-dormi-mangi-dormi, a far scorrere il tempo più velocemente ci pensa l'atmosfera che si va a creare con le persone che si sono avventurate insieme a me in questa ammazzata: come una piccola gita scolastica. Il tempo scorre e arrivo a El Calafate che quasi non voglio più scendere dal bus:
a) perchè credo sia il luogo in cui ho passato più tempo negli ultimi mesi
b) fuori fa un freddo cane sono le 4 e non ho alcuna intenzione di pagare un ostello per sei ore a prezzo pieno.

Perito Moreno preso mentre cade un pezzo più piccolo
Mi fermo una notte a El Calafate e il giorno dopo vado a vedere uno dei ghiacciai più famosi del mondo. Ho anche avuto la fortuna di poter ammirare un pezzo di ghiaccio staccarsi e cadere in acqua. Intendo, non un piccolo pezzo di ghiaccio o palline di neve che cadono in continuazione, ma uno grosso pressapoco come un pullman forse più grosso (ora che rileggo noto come lo ho paragonato ad un pullman ormai li vedo ovunque), si è staccato lentamente cadendo in acqua con un fragoroso boato propagando delle enormi onde come conseguenza.


Tornato a Calafate ho preso il primo bus diretto a Ushuaia, Tierra del Fuego, ultima città prima dell'antartide. Sono altre 18 ore, partenza alle 3 di notte. Attraversiamo lo stretto di Magellano con una chiatta che trasporta solo noi e il pullman, 500 anni fa per poco non morivano per attraversare questo canale e noi invece con una scrausa imbarcazione in meno di 10 minuti siamo dall'altro lato.
Il pullman, ahime, non è uno di quelli "sudamericanstyle" ma è uno normale, lo scomodo viaggio è ripagato dagli splendidi paesaggi che guardo dal finestrino, e dall'idea di raggiungere (quasi) la fine del mondo!

2 commenti:

  1. bellissimi questi racconti quando leggo le tue avvnenture mi sembra di viverle personalmente. mlb

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  2. Io di viaggi così non ne ho mai fatti e li ho sempre desiderati. Ho visitato la Cina, la Russia, l'Europa orientale, Inghilterra, tutto il Portogallo, U.S.A., ma sempre con treni (essendo figlia di ferroviere i biglietti erano gratis oppure scontati del 50%. Da sola solo la Galizia ho visitato in Spagna, Santiago de Compostela, Lugo, El Ferreol de Caudillo, mai raggiunto la fine del mondo, mai libera di scegliere di cambiare percorso o direzione lungo il viaggio, sempre tutto organizzato a tavolino. Ammiro chi dà alla struttura dei suoi viaggi un minimo di libertà e di elasticità. Essendo una donna forse e figlia unica facevano di tutto in famiglia per chiudermi nella scatola dell'organizzazione perfetta. Solo in montagna dove sono nata ho veramente scelto dove andare, cosa fare, come fermarsi o ripartire, pur nel rispetto di sentieri e percorsi stabiliti dal C.A.I. C'è un Parco Naturale chiamato Val Grande dove ti sembra di ritornare indietro nel tempo, di qualche secolo fa, ma leggendo i tuoi resoconti capisco che mi è mancata la forza ed il coraggio di liberarmi di certe comodità che rendono meno faticosi i viaggi ma anche meno interessanti e prevedibilissimi. Troppo! Ci sono luoghi dove un ritardo, un danno alla locomotiva, un problema qualsiasi ha trasformato in deserti avventurosi, terremoti che hanno bloccato la linea per diverse ore facendoci conoscere gli uni con gli altri meglio che se tutto fosse filato liscio come l'olio. I compagni di viaggio a volte li scegli altre te li trovi accanto senza sapere da dove vengono e questo ti fa fare degli incontri fantastici soprattutto se sono dettati dal bisogno di condividere un tetto od un pasto. A San Pietroburgo io ed un signore di quasi 75 anni ci siamo ribellati alla guida troppo ligia agli orari ed abbiamo finto di perderci in un museo, figurati ci siamo nascosti piuttosto, per goderci in santa pace le sale che ci aspettavano per la nostra passione insana verso determinati pittori o scultori. Non abbiamo a ben vedere fatto niente di male ma ci hanno fatto sentire dei delinquenti. Fortuna che un'emergenza successiva ha dirottato l'attenzione del gruppo e del capogruppo. Visitare un luogo naturale oppure un museo non è proprio la stessa cosa me ne rendo conto, ma ci sono luoghi dove la fantasia e l'anima volano verso mete irraggiungibili altrimenti, luoghi delimitati da 4 mura. Ho ancora nelle ossa tutti i treni che da Bologna a Mosca via Vienna, Varsavia, Brest, San Pietroburgo,mi hanno cullato ed accompagnato dolcemente facendomi cogliere con la giusta prospettiva i cambiamenti dei paesaggi sia fisici che architettonici, umani e geopolitici. Adoro i treni e le corriere più degli aerei ma sono necessari anche questi ultimi se cambi continente.n In Cina ho viaggiato su aerei al limite della sopravvivenza meccanica, camminato e neppure visto come erano fatte le camere d'albergo tanta era la stanchezza che mi portavo sulle spalle. Ammiro i tuoi di viaggi che mi fanno sembrare piccoli ed inutili come obiettivo quelli da me vissuti. Cosa sarà mai una sala di museo in confronto alla fine del mondo da te visitata. C'è da dire che la pittura è la mia passione da quando sono nata ma certi quadri li dipingiamo solo noi con i nostri occhi viaggiando ed interpretando quello che ci si presenta davanti. A volte perfino i piedi vedono e sentono più di quello che immaginiamo. In montagna, in alta montagna, questo accade con tutti i muscoli del tuo corpo, tesi a capire in tempo il pericolo od il gesto sbagliato, ricompensati da improvvise visioni che indolenzito apprezzi come in uno stato di trance, gola secca, respiro corto, mani sbucciate, pelle cotta dal sole. Lì gli orari e la civiltà non riescono ad arrivare fino in cima, non hanno fiato per rompere le scatole anche in quei luoghi. Buon proseguimento e grazie per le avventure che ci fai vivere attraverso le tue parole.

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