Durata Viaggio

Ho fatto il giro del mondo in 157 giorni e 4 ore

Foto 900x433

mercoledì 13 ottobre 2010

Bolivia: Isla del Sol

Non si trova ancora una connessione decente quindi non posso mettere le foto della bolivia quelle di questo post vengono da google

Di ritorno da Machu Picchu ho passato un'altra notte in Cusco, la sera dopo ho preso il bus per il Titicaca. Come suggeritomi da tanti backpackers anzichè fermarmi a Puno ho varcato il confine con la Bolivia e sono andato diretto a Copacabana. Alle sei del mattino l'autobus ci fa scendere e saliamo su un combi che in venti minuti ci porta al confine: una strada sterrata con una catenella a bloccare le auto e due soldati armati.
Sbrigate le  formalità burocratiche di confine e ottenuto un nuovo timbro sul passaporto un altro minibus ci porta alla città in riva al lago. Qui insieme ad una inglese ed una kiwi decido di andare a dormire per una notte sull'isla del sol anzichè nella città. I due giorni seguenti mi confermeranno che è stata una delle mie migliori idee degli ultimi mesi. Il lago Titicaca è immenso guardando in certi punti non si vede la terraferma sembra quasi un mare dall'acqua calma e tersa. La mia barca è lentissima, tutte le altre ci sorpassano e arrivano a destinazione in metà del tempo, mi consolo apprezzando il panorama, bello, ma in poche ore avrei visto di meglio. Dal porto una infinita scalinata porta alla cittadina, ci vogliono 20 minuti per farla fino al primo ostello, dove arrivo senza fiato (ricordiamo che il lago sta a quasi 4000m slm) non ho alcuna intenzione di cercare un alloggio e chiedo il prezzo di una camera: 25 bolivianos!!! il cambio con l'euro è quasi 1 a 10!! Una tedesca chiede dopo di me il prezzo in inglese e per lei sono 30!!! Fantastico, camera privata con vista sul lago. Questo è un'altro di quei luoghi dove la gente vive fuori dal mondo: niente acqua corrente, una fonte di acqua potabile sgorga nel porto a pochi metri dal lago. Donne e muli si caricano sulla schiena su e giu per tutto il giorno taniche di acqua e sacchi di cibo per riempire le riserve delle case, gli uomini coltivano le patate allevano i lama o anche loro sulla schiena si caricano dal porto sacchi di cemento e altri materiali edili, l'isola ha infatti da poco scoperto la ricchezza del turismo, le case si sono trasformate tutte in pensioni per noi economiche e per far fronte alla crescente domanda si stanno costruendo altri edifici destinati ad ospitare e rifocillare turisti, insomma ho potuto ammirare una bellezza naturale prima che l'uomo la distrugga per permettere a più persone di ammirare quello che non ci sarà più.
Conosco una coppia di inglesi e con loro mi dirigo verso le rovine dell'isola, dopo una breve camminata le vedo da lontano e non mi accattivano, decido quindi di lasciare le due inglesi da sole e comincio a salire i terrazzamenti, l'isola è completamente terrazzata, fino alla cima. Il monte nascondeva dall'altra parte una bellissima baia, un fiordo norvegese in miniatura,  in quel momento ho deciso che avrei speso più di una notte sull'isola. Nel frattempo noto un pastore boliviano che come me stava seduto a fissare l'orizzonte, il poveretto probabilmente voleva starsene un po in pace dopo una giornata di duro lavoro ma io del tutto noncurante di questa eventualità mi sono seduto vicino a lui e ho cominciato a parlarci, dopo i primi convenevoli gli ho chiesto cosa si coltivasse sull'isola ed in quel momento lui ha cominciato una dissertazione di 10 minuti sulle patate, sapeva tutto delle patate...
La sera vado a cena con un gruppo di londinesi, inutile dire che la conversazione è finita su Londra escludendomi dalla conversazione.
Mi sono rifatto uscendo dal ristorante, data la totale assenza di luci sull'isola e l'enorme distanza che la separa da ogni altro centro abitato, in cielo si possono ammirare una quantità inimmaginabile di stelle, alcune sembrano più grosse delle altre, ma dopo una più attenta osservazione si può notare che sono semplicemente più stelle vicine.
Il meglio doveva ancora venire,il giorno dopo  mi sveglio con le galline all'alba, la mia camera si affaccia ad est e le leggere tende non impediscono al sole appena sorto di irradiarla. Faccio colazione e mi metto subito in marcia per raggiungere la punta nord dell'isola, ci vorrebbero tre ore ma dopo circa metà del tempo che mi arrampicavo sui terrazzamenti sento la fatica e torno indietro, dopo una settimana ancora non mi sono abituato all'altitudine. Tornato a ¨casa¨ mi metto sul terrazzo a scrivere sul moleskine e a cucire le bandiere sullo zaino. Ieri il panorama era una bellissima distesa azzurra con un altro isolotto al centro e l'orizonte oscurato dalle nuvole. Adesso qualcosa è cambiato: fortunatamente isolotto e lago sono ancora al loro posto, ma in più le nuvole si sono diradate, in lontananza al centro della mia visuale ci sono quattro frastagliati picchi innevati tagliati a metà da qualche nuvoletta, circondati da brulle colline bruciate dal sole, il ragliare di qualche asino in lontanza aggiunge colore al panorama.

Qui probabilmente ci andrebbe qualche frase a chiudere il post ma non la trovo

2 commenti:

  1. Hola sobrino,
    a La Paz vas a comer al restaurante
    "Angelo Colonial". La comida es muy ricca !
    Hasta pronto.
    Tio C.

    RispondiElimina
  2. Che fine hai fatto brutto?

    RispondiElimina

Ricorda di firmare il commento