Durata Viaggio

Ho fatto il giro del mondo in 157 giorni e 4 ore

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sabato 24 luglio 2010

New South Wales

Come sempre mi trovo nel mio caro bus Greyhound mentre cerco di scrivere qualcosa, stiamo percorrendo una strada lungo il fiume, non uno qualunque, ma quello che segna l'immaginaria linea di confine tra il Queensland e il New South Wales, presto il pullman svoltera' a sinistra e attraversera' un ponte (almeno spero, il fiume e' grosso e guadarlo sarebbe difficile). Avevo gia visto ieri in lontananza il fiume che delimitava lo stato in cui viaggiavo, dalla cima di Point Danger, tutto fuorche' pericoloso dato che il  bosco da cui prendeva il nome la collina e' stato sostituito da lussuose ville con piscina, ma ieri non mi ero soffermato a ripensare a tutto quello che ho vissuto in questo stato.
A come ho cambiato le mie abitudini, se prima avevo bisogno della totale oscurita e del silenzio per addormentarmi, ora ci riesco anche con la musica del pub sotto l'ostello e con la luce del sole che irradia la stanza priva di tende al mattino, penso che Ungaretti abbia scritto "Mattina" dopo aver dormito in uno di questi ostelli con materassi e cuscini avvolti in una fastidiosissima plastica e dove immancabilmente qualche compagno di stanza intona una sinfonia per tutta la notte con il suo russare, i primi due giorni ho usato i tappi per le orecchie, poi mi  sono abituato... Si potrebbe parlare per ore di alcune scomodita' degli ostelli, per citarne un'altra: le doccie, ancora non riesco a capire perche il getto dell'acqua sta ad un metro e cinquanta da terra, forse per risparmiare acqua? doversi fare la doccia piegato sulle ginocchia ti spinge a non prendertela comoda.
Ma oltre all'ostello il cibo: mi sto dimenticando il sapore di un vero caffe' sono ormai quasi assuefatto a questa acqua nera che mi rifilano, che di espresso aveva solo il nome, ormai neanche piu quello perche' se non dico "Short Black" mi guardano con un espressione che mi lascia intendere il loro pensiero: "Cazzo vuole questo?"

Ripenso ai verdi paesaggi delle foreste tropicali delimitate da altrettanto immense spiagge incontaminate e al brullo e semidesertico entroterra, a tutto cio' che ho visto, probabilmente piu' di quanto riusciro' a ricordare, sicuramente non perdero' il ricordo  dei due giorni passati nella stupenda Fraser Island con i suoi laghi circondati da foresta subtropicale o dune di sabbia, con i Dingo che sembrano i piu' teneri cagnolini anche se ovunque ci sono cartelli che ricordano ai turisti che possono sbranarti, o anche Brisbane una citta' che potrebbe essere scambiata per una europea, se non fosse che il centro e' privo di ogni edificio storico, solo grattacieli, dove non ci sono li stanno costruendo, ma riescono comunque a renderla stupenda  con le spiagge lungo il fiume immerse in un parco con attorno i musei e illuminando di rosa ponti e palazzi durante la notte.

Ma soprattutto ripenso alle persone, alle varie persone che ho incontrato in questo viaggio conosciute in camera, in pullman o per strada con cui in poche ore si diventa subito amici, a quanto sia difficile trovare un compagno di viaggio, ogni volta che incontro qualcuno che mi sembra abbastanza simpatico e mi ispiri sufficiente fiducia va nella direzione opposta alla mia...

Mentre tutto questo mi frulla nella testa il pullman attraversa un ponte e sconfina per portarmi a Byron Bay.
Negli ultimi giorni avevo gia' ricevuto le prime avvisaglie del tempo che andava via via cambiando, ma oggi ho avuto la definitiva conferma che devo riporre il costume e i bermuda nel fondo dello zaino (che ormai chiamo backpack) per mettere in cima la giacca e i pantaloni lunghi, saluto l'estate a malincuore con netto anticipo, mi rincuora sapere che la ritrovero' fra un paio di mesi.

Appena arrivati a Byron Bay ci siamo dati al trekking e incamminati verso Cape Byron punto piu' a Est di tutta l'Australia, con la speranza di incontrare qualche Koala o Wallabie, o al massimo consolarci con un bagno data la calda giornata... Risultato: appena raggiunta la punta siamo scesi verso la spiaggia per rinfrescarci, ma il tempo ci ha voluto evitare la fatica della successiva  risalita con un bel temporale che ci ha seguito per tutte le due ore impiegate per tornare in ostello...

Una nota positiva, penso di essere uscito dalla colonia Tedesco-Olandese in Australia, ora vengono sostituiti dai francesi, almeno qualcuno il cui inglese e' comprensibile e non sembra che ti stia per piantare un coltello in gola ogni volta che parla... Ho avuto anche qualche occasione di parlare Italiano, con un vecchietto nato a Fiume prima della guerra ed emigrato qui subito dopo, con due svizzeri, e con un Italiano che dopo aver girato il mondo si e' aperto un bar sulla spiaggia...

4 commenti:

  1. ho scritto sul mio profilo facebook una tua frase, stile Artista morto.
    Daje.
    E comunque prendi informazioni dall'Italiano del baretto e facci capire come cazzo ha fatto.
    Claudio

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  2. bellissimo secondo me dovresti poi pubblicare un libro!!!

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