Durata Viaggio

Ho fatto il giro del mondo in 157 giorni e 4 ore

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domenica 25 luglio 2010

In Patagonia

Stavo aspettando che Diego finisse di vedere le varie biografie, che a quanto pare sono la sua passione, disponibili in una bancarella piena di libri usati di un mercato vicino Nimbin, una piccola cittadina abitata esclusivamente da hippie che si sono stabiliti li negli anni '70 dopo una sorta di Woodstock australiano.
In attesa che decidesse quale libro comprare inizio a parlare con la simpatica vecchietta proprietaria della bancarella che mi chiede anche di insegnarle qualche parola di italiano. Non appena ha saputo che sarei andato in Sud America senza sapere lo spagnolo, capendolo a malapena, mi ha indicato una parte della bancarella dicendo guarda li ho un vocabolario di spagnolo, non avevo assolutamente intenzione di spendere soldi per un frasario inglese-spagnolo, ma preso il frasario, forse m
esso li volutamente, vedo sotto un libro con le pagine ingiallite che gia' conoscevo
"In Patagonia" di Chatwin.
Lo ho interpretato come un portafortuna per le mie future mete.
Non ho potuto fare a meno di dare 6 dollari australiani alla vecchietta sia per il frasario che per il libro di Chatwin.
Tornato sul furgoncino volkswagen-hippie che doveva portarci a Nimbin con paura di rompere il nuovo prezioso saggio, e' l'edizione del '79, mi sono subito immerso nella lettura...

sabato 24 luglio 2010

New South Wales

Come sempre mi trovo nel mio caro bus Greyhound mentre cerco di scrivere qualcosa, stiamo percorrendo una strada lungo il fiume, non uno qualunque, ma quello che segna l'immaginaria linea di confine tra il Queensland e il New South Wales, presto il pullman svoltera' a sinistra e attraversera' un ponte (almeno spero, il fiume e' grosso e guadarlo sarebbe difficile). Avevo gia visto ieri in lontananza il fiume che delimitava lo stato in cui viaggiavo, dalla cima di Point Danger, tutto fuorche' pericoloso dato che il  bosco da cui prendeva il nome la collina e' stato sostituito da lussuose ville con piscina, ma ieri non mi ero soffermato a ripensare a tutto quello che ho vissuto in questo stato.
A come ho cambiato le mie abitudini, se prima avevo bisogno della totale oscurita e del silenzio per addormentarmi, ora ci riesco anche con la musica del pub sotto l'ostello e con la luce del sole che irradia la stanza priva di tende al mattino, penso che Ungaretti abbia scritto "Mattina" dopo aver dormito in uno di questi ostelli con materassi e cuscini avvolti in una fastidiosissima plastica e dove immancabilmente qualche compagno di stanza intona una sinfonia per tutta la notte con il suo russare, i primi due giorni ho usato i tappi per le orecchie, poi mi  sono abituato... Si potrebbe parlare per ore di alcune scomodita' degli ostelli, per citarne un'altra: le doccie, ancora non riesco a capire perche il getto dell'acqua sta ad un metro e cinquanta da terra, forse per risparmiare acqua? doversi fare la doccia piegato sulle ginocchia ti spinge a non prendertela comoda.
Ma oltre all'ostello il cibo: mi sto dimenticando il sapore di un vero caffe' sono ormai quasi assuefatto a questa acqua nera che mi rifilano, che di espresso aveva solo il nome, ormai neanche piu quello perche' se non dico "Short Black" mi guardano con un espressione che mi lascia intendere il loro pensiero: "Cazzo vuole questo?"

Ripenso ai verdi paesaggi delle foreste tropicali delimitate da altrettanto immense spiagge incontaminate e al brullo e semidesertico entroterra, a tutto cio' che ho visto, probabilmente piu' di quanto riusciro' a ricordare, sicuramente non perdero' il ricordo  dei due giorni passati nella stupenda Fraser Island con i suoi laghi circondati da foresta subtropicale o dune di sabbia, con i Dingo che sembrano i piu' teneri cagnolini anche se ovunque ci sono cartelli che ricordano ai turisti che possono sbranarti, o anche Brisbane una citta' che potrebbe essere scambiata per una europea, se non fosse che il centro e' privo di ogni edificio storico, solo grattacieli, dove non ci sono li stanno costruendo, ma riescono comunque a renderla stupenda  con le spiagge lungo il fiume immerse in un parco con attorno i musei e illuminando di rosa ponti e palazzi durante la notte.

Ma soprattutto ripenso alle persone, alle varie persone che ho incontrato in questo viaggio conosciute in camera, in pullman o per strada con cui in poche ore si diventa subito amici, a quanto sia difficile trovare un compagno di viaggio, ogni volta che incontro qualcuno che mi sembra abbastanza simpatico e mi ispiri sufficiente fiducia va nella direzione opposta alla mia...

Mentre tutto questo mi frulla nella testa il pullman attraversa un ponte e sconfina per portarmi a Byron Bay.
Negli ultimi giorni avevo gia' ricevuto le prime avvisaglie del tempo che andava via via cambiando, ma oggi ho avuto la definitiva conferma che devo riporre il costume e i bermuda nel fondo dello zaino (che ormai chiamo backpack) per mettere in cima la giacca e i pantaloni lunghi, saluto l'estate a malincuore con netto anticipo, mi rincuora sapere che la ritrovero' fra un paio di mesi.

Appena arrivati a Byron Bay ci siamo dati al trekking e incamminati verso Cape Byron punto piu' a Est di tutta l'Australia, con la speranza di incontrare qualche Koala o Wallabie, o al massimo consolarci con un bagno data la calda giornata... Risultato: appena raggiunta la punta siamo scesi verso la spiaggia per rinfrescarci, ma il tempo ci ha voluto evitare la fatica della successiva  risalita con un bel temporale che ci ha seguito per tutte le due ore impiegate per tornare in ostello...

Una nota positiva, penso di essere uscito dalla colonia Tedesco-Olandese in Australia, ora vengono sostituiti dai francesi, almeno qualcuno il cui inglese e' comprensibile e non sembra che ti stia per piantare un coltello in gola ogni volta che parla... Ho avuto anche qualche occasione di parlare Italiano, con un vecchietto nato a Fiume prima della guerra ed emigrato qui subito dopo, con due svizzeri, e con un Italiano che dopo aver girato il mondo si e' aperto un bar sulla spiaggia...

mercoledì 14 luglio 2010

Going South

Cerco di scrivere sul mio Moleskine mentre il pullman attraversa una strada nell'entroterra, saranno quasi 2 ore che non fa una curva la strada e tutta dritta, a destra lo sconfinato bush australiano, solo erba secca fino all'orizzonte, nessuna traccia di presenza umana, a sinistra invece un bosco con alberi sconosciuti (sconosciuti non immaginatevi chissa cosa, normalissimi alberi con tanto di tronco rami foglie e anche se non le vedo suppongo ci siano le radici, molto probabilmente  li ho piantati in giardino e non me ne sono mai reso conto) ogni tanto si invertono a destra bosco a sinistra bush. La strada e stretta una corsia ad andare e una a tornare un po come l'aurelia, ai lati la banchina e sostituita da una piccola corsia di terra rossa.

Sono 5 ore che siedo in fondo all'autobus e  ne mancano ancora 3 alla mia meta quando si ferma in un posto magnifico: un paesello con una sola strada asfaltata, al centro c'e il "general store" un edificio di 2 piani costruito con la lamiera e il nome dipinto in nero con una bomboletta spray, anche le altre case sono nello stesso stile tranne alcune che penso siano dei prefabbricati. Dalla strada principale si diramano nel bosco e nel bush alcune strade sterrate con la solita terra rossa (ecco da dove viene quella dei campi da tennis).
Quel paesino sembra uscito dal set di qualche film. Quando l'autista si e fermato per caricare un pacco gli ho chiesto se poteva farmi scendere li, ma con mio immenso dispiacere mi ha detto che non c'era alcun posto per dormire e che il prossimo bus sarebbe passato quando ci sarebbe stato un altro pacco da ritirare.

Chiusa questa piccola digressione sulla bellezza e su quanto mi abbia colpito questo rapido passaggio nell'outback vediamo di aggiornarvi su quello che ho fatto negli ultimi giorni... 
Partendo da Townsville abbiamo raggiunto Airlie Beach un'altra minuscola cittadina costituita da due vie piene di ostelli, locali, fast food e ovviamente agenzie di viaggio che organizzano i vari tour (non avete idea di quante ce ne siano ovunque si vada, non so se ci sono piu tedeschi o agenzie). Arriviamo nel paesello all'ora di pranzo e trovato dove dormire andiamo a prenotare le escursioni alle Whitsundays Islands, Diego sceglie per un tour di 3 giorni con corso di immersioni, io invece di un "all in one day" con visita a Whithaven  Beach.
Dopo 3 giorni passati a stretto contatto e giunto il momento di salutarci, ci scambiamo i numeri ed un abbraccio con la promessa di incontrarci a Hervey Bay o Brisbane, o anche in Brasile, ma quando gli ho detto cosi la sua risposta e stata "I will be really really upset with you if we don't meet again before I leave Australia".
Senza ombra di dubbio Diego e l'unica persona incontrata in questo viaggio in cui ero sincero quando dicevo di volerlo rivedere, spero andra cosi...

Il giorno dopo sono stato svegliato dalle urla degli spagnoli, il che mi fa intuire oltre a chi sono i nuovi campioni del mondo che c'e qualcuno che non sia tedesco oltre a me in Australia. Ancora assonnato (erano le 7am) ho fatto il check out e ho preso l'autobus per il porto. Purtroppo  in barca ho preso pure un po di pioggia, non il clima migliore per godersi lo spettacolo della spiaggia che stavo per raggiungere: Whitsunday Island chiamata cosi perche quando Cook la scopri era la domenica prima di pasqua... E' l'isola con la spiaggia sabbiosa piu grande del mondo, un luogo fantastico: acqua cristallina e sabbia bianca, le dimensioni della spiaggia variano in continuazione a causa della marea che puo abbassarsi anche di un metro in pochi minuti, il posto e bellissimo ma non mi stupisce piu di tanto, non quanto West Point, sara stato il tempo o anche la folla di gente che invadeva la spiaggia, congelandosi pur di fare una foto mentre stanno nel mare che bagna la spiaggia, ultime due cose degne di nota: guadagnate 2 immersioni gratuite anziche una a pagamento, in cambio ho aiutato il divemaster a seguire tutte le persone che doveva tirarsi dietro che non erano di un livello adatto all'immersione; seconda cosa ho conosciuto un tedesco (tedesco chi lo avrebbe detto mai) che si e rotto la caviglia cascando dal letto a castello, a confermare la mia teoria che il letto sotto e il migliore.

Quel che ho fatto il giorno dopo e degno di una strisciolina:
Sono stato in autobus dalle 11 alle 19 per raggiungere Rockhampton, sceso dal pullman ho seguito un Olandese che si era mostrato molto sicuro su dove andare, e dopo un quarto d'ora che camminavamo mi son fatto venire i dubbi e ho controllato la mappa, semplicemente invece che girare a sinistra era andato a destra, in pratica teneva la mappa al contrario e cosi ci ha fatto perdere, il coglione aveva pure un tom tom e si e perso. Ho preso io la mappa e lo ho riportato sulla retta via (faccio ritrovare la strada alle pecorelle smarrite). Citta del nulla alle 8 tutto chiuso.   


Ho scoperto che i miei problemi con l'inglese non sono dovuti a me, ma semplicemente che quasi tutti e i madrelingua inglese parlano il loro dialetto, come se a uno straniero che ha studiato l'italiano lo metti a parlare con un sardo... 

Mi sono anche reso conto di quali sono le frasi che mi sento dire piu spesso:

1) Oh Rome, Cool
2) I'm German
3) You are Italian! So you are a good chef


domenica 11 luglio 2010

Cairns - Magnetic Island - Townsville

Dopo 2 notti passate in questa cittadina che quasi segna il confine nord australiano ho deciso di cambiare location e ho preso il bus notturno per townsville partenza 00.15 am arrivo 6 am.
Da Cairns ho cercato di prendere il massimo che potessi, me ne vado sapendo che ci sono tante altre cose da fare in quella citta ma purtroppo non posso vedere tutto, alla fine altro non ho fatto che tre immersioni e un giro sull'autobus di un'ora perche l'autista si dimentica di dirmi che devo scendere, per due volte ho camminato invano qualche chilometro di cui alcuni nella rainforest per vedere due cascate diverse ma irraggiungibili a piedi, colpa anche delle cartine dei trasporti di Cairns rigorosamente non in scala. Ho deciso all'ultimo di andarmene ho trovato un'offerta che mi permette di fare una sorta di interrail con il bus e ho preso il primo che era disponibile.


Partito a mezzanotte dopo 5 ore di scomodissimo pullman Greyhound arrivo finalmente in Townsville da li dovro prendere un traghetto per Magnetic Island.
Non so perche ho scelto di andare su quell'isola, tutte le persone  conosciute in Cairns che stavano viaggiando dal sud verso il nord (opposto del mio percorso) non mi avevano saputo dire nulla in merito o neanche sapevano della sua esistenza, pure la mia fida Lonely Planet accennava giusto in un paio di pagine a quest'isolotto; sono stato magneticamente attratto dal suo nome e l'ho scelta come meta, mai fatta scelta migliore.
Sul traghetto ho fatto subito amicizia con Diego un ragazzo di Sao Paulo che finito il sue erasmus ha cominciato a viaggiare lungo la Eas Coast. Trovato l'ostello abbiamo conosciuto una ragazza Olandese con cui abbiamo deciso di affittare una macchina per fare il giro dell'isola.
Inizialmente ero atterrito dall'idea della guida a sinistra e ho lasciato guidare la ragazza, ma dopo aver capito che la mia vita non era al sicuro se guidava lei mi sono fatto coraggio e ho deciso di guidare (piu che farmi coraggio mi stavo realmente cagando sotto). Fatto 10 minuti di prova su una stradina secondaria, mi sono solo dovuto abituare a cambiare con la mano sinistra, ho svoltato a sinistra e imboccato la via principale subito ho sentito gridarmi "LEFT! LEFT! LEFT!" io avevo imboccato a sinistra la strada giusta e non capivo cosa volessero finche non ho visto una macchina venirmi incontro.
Grazie alla macchina ho potuto trovare penso uno dei posti piu belli in cui sia mai stato, dopo circa 20 minuti di guida su strada sterrata in mezzo alla foresta arriviamo in West Point, mi trovo dinnanzi ad una immensa spiaggia che finisce nella foresta, intorno a noi solo 3 case e 2 barchette a vela, in nessun modo neanche con le foto si puo descrivere la bellezza di questa spiaggia, e il fatto di essere le uniche persone in quel luogo accresceva la sensazione di benessere, sembrera stupido ma abbiamo passato una buona mezz'ora seduti sulla sabbia in silenzio guardandoci intorno godendo della spettacolarita di questo luogo...


Il giorno dopo abbiamo lasciato l'isola, mentre il traghetto mi portava sulla terraferma vedevo scomparire nella foschio l'isola di cui mi sono innamorato, avrei passato volentieri un giorno in piu li ma ci sono troppe altre cose da vedere che potrebbero essere meglio, nonostante sia sicuro di altre meraviglie della natura che mi aspettano ho comunque provato una grande tristezza a lasciare quell'isola soprattutto perche ho la certezza che non ci tornero mai piu...



Il traghetto ha lasciato me e Diego , l'olandese se ne e andata il giorno prima,  a Townsville citta portuale di 100mila anime paragonabile a Civitavecchia per quanto riguarda i luoghi di interesse, tranne che per una montagna rossa che la sovrasta. Purtroppo tutti gli ostelli erano pieni quindi troviamo alloggio in un economico motel american style con tanto di piscina, unico neo di questo posto: fottutamente lontano da ogni cosa e camminare fino a li per 30 con i nostri backpack e stata una enorme tortura. Una volta lasciati i nostri zaini nel motel non contenti della camminata abbiamo deciso di arrivare sulla cima della montagna per ammirare il panorama e farci qualche foto. Abbiamo preso il Goat Track un sentiero che dalla base porta alla cima della montagna, non so dire se sia stata una buona o pessima idea fatto sta che abbiamo camminato in salita per un'oretta, nonostante le numerose soste per riprendere fiato sono arrivato in cima strisciando e la prima cosa che ho fatto non e stato ammirare il panorama ma attaccarmi alla fontanella.
In fin dei conti ne e valsa la pena abbiamo visto tutto cio che circondava la citta e n piu ci siamo visti dall'alto la gara di V8 che correvano nel circuito ai piedi della montagna. In questo modo ho ottenuto un indimenticabile ricordo di questa citta che altrimenti avrei dimenticato in pochi giorni.
Devo anche dire che ovviamente c'era un comodo autobus che avrebe potuto portarci sulla cima, ma non sarebbe mai potuto essere emozionante come rischiare un infarto...




In Cairns ma sopratutto in Magnetic Island sono rimasto colpito dai rapporti con le persone, si lega velocemente dopotutto se stai in un ostello vuoi fare amicizia.
Principalmente con i compagni di stanza anche se ogni giorno cambiano giusto 2 sono rimasti tutte le notti, i problemi principali sono di comunicazione mi sono reso conto di essere completamente impedito con l'inglese seppur tutti mi continuano a ripetere "you speak better than other Italians" come dire fai cagare ma c'e di peggio, questo rende realmente impossibile fare una discussione sensata. L'Australia e affollata da orde di backpackers Crucchi Asiatici e Inglesi di cui questi ultimi sono i peggiori in quanto mai si sforzeranno di capire il tuo maccheronico inglese.
Probabilmente si lega velocemente e si diventa subito intimi perche si e coscenti della velocita con cui questo rapporto si esaurira, forse un giorno, forse meno... Quando ci le strade dei backpackers si dividono il saluto piu comune e "See you" o "Hope to see you again" tutti e due sanno che in quel momento mentono, che per quanto possa essere stato bello conoscersi quella e l'ultima volta che ci si vedra, anche se forse, davvero, ci si riandra ad incontrare in qualche posto nel mondo dopo chissa quanto tempo.

lunedì 5 luglio 2010

Sydney

Ho ceduto
la mia intenzione era di restare a dormire in aeroporto ma quando la polizia ha rastrellato l'aeroporto e portato me e tutti gli altri vagabondi in una stanza fredda dicendoci che o andavamo via o dormivamo li chiusi a chiave sulle sedie ho preso il primo treno per Sydney e mi sono buttato in un ostello.
Sul treno ho chiesto indicazioni ad una signora che mi ha consigliato la zona vicino la stazione per trovare uno ostello. Gli ho anche chiesto se fosse pericolosa la zona e mi ha risposto che e come ogni altra citta, lasciandomi con i dubbi...
Uscito dalla stazione mi sono buttato al primo posto che ho trovato, il YHA Sydney Central Hostel, chiedendo la camera piu economica, mi hanno dato una camerata da 6 semivuota ci sono io un altro ragazzo e un vecchio maniaco che avra almeno 50 anni, temo che mentre sono qui a scrivere lui sia invece a trastullarsi con il mio bagaglio. Quando sono uscito ho trovato almeno una ventina di ostelli con scritto fuori "Backpackers come here" sicuramente molto piu economici del mio.
Dal giretto che mi sono fatto, Sydney mi sembra Londra: stessi volti degli abitanti stessi palazzi e negozi ma soprattutto stessa maledetta guida a sinistra con cui rischiano di ammazzarmi ogni volta che attraverso...
Unica differenza non hanno piccioni, ma folti gruppi di gabbiani pronti a combattersi ogni residuo di cibo trovato per strada o in mano alle persone, lo deduco da come mi seguivano quando mi sono preso un panino...
Ancora non mi sembra neanche di essere partito... escludendo il folto gruppo di marchigiani della orp che avevo sull'aereo non avevo ancora incontrato nessun italiano, ma sorpresone mentre degustavo con attenzione il mio panino pronto a fuggire non appena i gabbiani avessero sferrato il loro attacco ho incontrato due amici dei mie... It's a small world...

First 12 hours

E' arrivato il giorno della partenza, la notte ho dormito poco,
dopo aver caricato lo zaino sulle spalle, lascio la porta di casa alle spalle, e pian piano inizia a sparire tutto cio che mi ha sempre circondato e che mi ha tenuto prigioniero di questo mondo..
Solo i familiari restano che mi abbandonano solo ai controlli di sicurezza, anche se temevo avessero una carta di imbarco farlocca per seguirmi fino al gate, inizia il viaggio in solitaria!!
Quella porta tanto attesa che è la strada diretta alla libertà, è aperta e mi sta portando in un   nuovo mondo sconosciuto..
Ormai sono solo, è inutile piagnucolare o pentirsi di aver preso questa decisione, sono ormai immerso in una nuova dimensione, le palle non servono solo per procreare, ma è arrivata l'ora di metterle in funzione per altro, grosso respiro e via sull’ aereo diretto, bho, per esempio, in Australia!!


Mi sento carico perchè ho letto le guide su come preparare il viaggio, ma in fondo quello che ho letto sono solo delle cazzatine che anche un ragazzino di 6 anni avrebbe fatto, e sapeva sicuramente gia..
Ecco, il mio volo sta per partire, sono all'entrata dell'aereo le preoccupazioni ogni tanto si fanno sentire ripetendomi:
"Ma cè la farai?"
"Sei sicuro di quello che stai facendo?"
"Sei ancora in tempo per tornare indietro"
E poi, grazie ad una spinta di testosterone:
"Basta certo che ce la farò.."
e varco quella soglia.


Sono nel bel mezzo dell'Asia mentre imprimo nel mio moleskine questo delirio, e con lunga attesa ho già ripassato a tavolino tutte le dritte reperite su internet, sul cosa fare, cosa vedere, dove andare ecc..
In fondo saranno cose che dopo aver messo piede in ostello mi sarò dimenticato, probabilmente pianificherò il mio viaggio giorno per giorno, creando un tragitto che a casa seduto con la mia cara Lonely, Wikipedia e Google Maps neanche avevo immaginato. 


Fra qualche ora sentirò la voce del comandante ripetere qualcosa del tipo:
"Cabin crew prepare for landing" 
di li a pochi minuti metterò piede fuori da questo aereo.

Dopo 12 ore passate al posto 54K della Cathay, affianco ad una cazzo di anglosassone che non ha spiccicato parola per tutto il viaggio se non per dirmi "I'm so tired", atterro a Hong Kong dove subito mi getto alla disperata ricerca della smokng lounge di un caffe e di questo accesso a internet per passare il tempo, li trovo proprio in quest'ordine.
Nella smoking lounge offro una sigaretta ad un backpacker arrivato dall'america e ha una coincidenza per qualche paese asiatico, dopo esserci fumati la sigaretta usciamo e appena compra le sue prova ad ridarmene una, io cerco di fargli capire gentilmente che di una sigaretta ultralight non so che farmene dunque ha deciso di ripagarmi regalandomi un cappello dei New York Yankees, poi si e avviato al suo gate, primo dei tanti effimeri incontri che faro in questo viaggio